Pagina:Serao - Fantasia, Torino, Casanova, 1892.djvu/360

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352 fantasia

si amano, si sono presi, se ne sono andati, e buonanotte a chi resta. Seguirli? Sarebbe inutile: inutile raggiungerli. Già chi ci va? M’hanno assassinato. Eppure io sono tanto debole, tanto vile, tanto ridicolo, tanto inetto che, malgrado tutto, sento che voglio bene ancora a Lucia. Le voglio bene, non ci è che dire, malgrado la sua malvagità, malgrado il tradimento, malgrado la bugia continua: le voglio bene, perchè gliene voglio, ecco. Sono così legato a lei, così avvinghiato, che la sua mancanza mi farà morire, se questa emottisi non lo fa. Oh che donna, che donna è mai quella, come vi prende, come vi porta via, come non vi lascia mai più...

Spalancava gli occhi, quasi la vedesse apparire, visione seducente, le tendeva le braccia, le tendeva le labbra, chiamandola, delirando per uno di quei trasporti d’amore che hanno gli ammalati giovani.

— Oh ritornasse per un sol giorno, per un sol momento! Ritornasse per una sola volta, per poi andarsene di nuovo! Oh ritornasse, che le perdonerei! Ritornasse, ritornasse per vedermi morire! Non mi lasciasse morire qui, in questo grande letto gelido, che la mia febbre non riscalda, in questa larga camera, dove ho paura di stare solo!

Vaneggiava. Frugò di nuovo sotto il cuscino, ne cavò una lettera e un involtino di carta.

— ... sentite, m’ha mandato questo, insieme alla lettera. Sono gli anelli nuziali. Ecco quello che io le detti, ecco quello che voi deste ad Andrea. Credete voi che essa ritorni, mai?