Pagina:Serao - Fior di passione.djvu/248

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248 falso in scrittura


posso più durare a questa vita di vergogna e di disonore: arrossisco dinanzi a mio marito, dinanzi ai miei servi. Bramo che mi raggiunga l’ultima sciagura, il tradimento svelato. O Cesare, che disperazione! Ci vuol molto coraggio. Aiutatemi in questa opera. Siate calmo. Non vi desolate in mia presenza, non mi scrivete, non venite a casa. Lasciatemi alle mie lagrime notturne, alle mie preghiere ardenti. Non vogliate che io muoia dall’onta e dal dolore. Debbo vivere per quest’uomo che ho ingannato, di cui sono la consolazione. Sono una sposa indegna ma pentita. Vi amo ancora, vi amerò per molto altro tempo, non vi dimenticherò mai. Siete stata la mia gioia, il mio solo amore. Tutto rientra nel passato, ora. Io continuo a vivere, macchinalmente, come un orologio, senza affetti, senza conforti, nell’unica, arida soddisfazione del dovere compiuto. Addio, Cesare; siate felice. Se potete, amate altrove. Ma non potrete, forse. Addio, Cesare — Adriana.