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154 La veste di crespo


chiarato che nulla è più stupido di una collezione di francobolli ed è un cretino chiunque se ne occupa. L’ultima stravaganza, per citare così le due più prossime, era stato l’alpinismo: Luisa Cima aveva trionfato della sua naturale pigrizia e, vestita di bigio, con gli stivaletti ferrati, col bastone ferrato, con gli occhiali azzurri, aveva scalato prima le altezze più facili, poi le più difficili, aveva camminato sui sassi e sul ghiaccio, aveva dormito in tutti i rifugi e segnava sul suo taccuino una delle ascensioni più pericolose, quella delle Grandes Jorasses sul Monte Bianco: dopo di che, tornata a casa, col viso escoriato dal freddo, con gli occhi ammalati di oftalmia, aveva deposto per sempre l'alpenstock e si era dichiarata un’alpinista della pianura. Ella non visse normalmente, come tutte le altre donne, che un paio di mesi e l’esistenza le parve subito la cosa più sciapita, più scialba e più soffocante. Per sua fortuna venne a salvarla dalla monotonia e dalla volgarità, questo innamoramento subitaneo del Giappone, inna-