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Madame Héliotrope | 167 |
E l’annunzio della partenza fra un mese, fu accolto da madame Héliotrope con un pallore mortale, quasi la vita le fosse venuta a mancare: mentre Paolo Collemagno, benchè triste, era rianimato da una speranza costante e invincibile. In quel mese cette pauvre madame Héliotrope, come si chiamava da sè Luisa Cima, fu di una dolcezza snervante, di una vivacità nevrotica, di un languore dolente e tetro, dove si riflettevano le alternative di un’anima che soffriva nella sua essenza più intima. Pallida nella sua veste di crespo azzurro pallido come lei, ella restava le giornate intiere accanto a Paolo Collemagno, senza parlargli, tenendogli la mano, fumando qualche sigaretta oppiata per calmare i suoi nervi, dicendogli di tacere ogni volta che apriva la bocca. Egli voleva parlarle d’amore, dirle che quel patto non sussisteva, che egli l’avrebbe portata con sè, l’immagine cara, lontano lontano, che sarebbe ritornato a lei, più innamorato di prima, giacchè egli l’amava per la vita e per la morte: ma appena egli cominciava questo