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parole, leggermente, la voce le tremò.

— Chérie, Chérie, quanto sei buona! Ma non dimandare, te ne prego!

— Forse... ti farebbe bene...

— No, no, lasciami soffrire, così senza conforto, non ne merito, non ne sono degno... tu sei una persona buona, semplice...

— E scema — ella completò, fra l’ironia e la tristezza.

— ... io sono un essere malato... cattivo... laido... — egli continuò, con voce sdegnata, quasi parlasse a se stesso e non rispondesse più a lei.

Chérie non rispose. Di nuovo la sua mano si arrestò sui capelli di Paolo Herz, con una carezza fugace. Lo sentì trasalire, allonta-