Pagina:Serao - L'infedele.djvu/162

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l'infedele 155


— Paolo, chi è morto, dunque?

— Il decoro del mio amore è morto, è morta la sua dignità, è finita la sua forza e la sua saldezza, io ho tradito!

E questo grido, continuò a escirgli dal cuore lungo, aspro; egli non sapeva che ripetere questa parola del tradimento, in tutti i tuoni. Ella lo ascoltò, per un pezzo, meravigliata più che dolente: due o tre volte, le palpebre dei grandi belli occhi azzurri battettero, come per rattenere le lacrime. Ma egli non vide, questo: gittato sovra un divano, battendo la testa sui cuscini, egli esalava il suo dolore e l’orrore di se stesso. Così, vagamente, ella intese che era meglio parlargli del suo strazio e gli chiese: