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smemorato, senza volontà e senza forza, quello che seguì Chérie, nel viaggio malinconico che essi intrapresero a traverso l’Europa. Paolo Herz si lasciava condurre, di treno in treno, di città in città, di albergo in albergo, come una creatura inerte, incapace di reagire, poichè era incapace di agire. La loro vita era singolarissima. Tutte le cose esterne del viaggio erano regolate da un servo che prendeva gli ordini da Chérie, alla mattina: e tutto si compiva, senza fretta, senza rumore, con la taciturnità e la compostezza di persone che portano seco un malato. Egli, forse, fisicamente, malato non era; ma tutte le corde dell’energia infrante, spenta ogni iniziativa, il suo spi-