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l'infedele 63


mossi e palpitano le lontanissime stelle: forse ella non era stato che l’istrumento sonoro e vuoto di quella magnifica sinfonia. Ma per quattro mesi, in una primavera estasiante di luce e di profumi, in un’estate ardente di cui ogni notte era indimenticabile, l’illusione era stata perfetta e niun acido corrosivo di riflessione amara, di ricordo doloroso, di rimpianto inconsolabile poteva mordere questo periodo di amore. Egli non indagava. Sentiva di essere stato amato; sentiva di aver tenuto fra le braccia un essere vivo e innamorato, fremente di leggiadria e di entusiasmo, giocondo e felice; sentiva che una giovinezza seducente, piena di una delicata poesia, gli era appartenuta, esclusivamente, e gli aveva