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100 La Conquista di Roma

poneva rispetto. L’onorevole Sangiorgio le parlò come a una gran signora.

«Il quartino è un po’ troppo elegante, per me,» disse. «Mi piace molto, ma sono pochissimo esigente.»

«Oh!» fece la signora, quasi non ci credesse, con una lusinghiera intonazione di cortesia.

«Glielo assicuro: sono un po’ selvaggio,» riprese Sangiorgio, abbandonandosi, «ho bisogno di tranquillità pel mio lavoro, null’altro. Sto molte ore al Parlamento. Qui è un po’ femminile, mi pare,» soggiunse, sorridendo.

«Infatti vi fu una dama, una russa, l’anno scorso: poi la richiamarono, dovette partire.» E si tacque, senza dare altre spiegazioni.

«.... E... costa?» domandò il deputato, dopo un momento di esitazione.

«Duecentocinquanta franchi il mese,» disse la signora, con trascuranza, raddrizzandosi il ferro di cavallo al collo.

«Ah! e vi sarà, inoltre, la servitù, il gas?» chiese con una curiosità gentile, l’onorevole Sangiorgio.

«Bisogna intendersi con Teresa, la mia cameriera...»