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126 La Conquista di Roma

certa considerazione. È la donna per cui si fa più consumo di rime e di parole sdrucciole.»

«Questa qui è la Gagliardo, una baronessa: brutta, mediocre, intrigante e cattiva. Medita, continuamente, in silenzio, la caduta del ministero. Quando cade, per opera altrui, ella ha l’aria trionfante. È così crudele che fa le visite alle mogli dei ministri, il giorno in cui i mariti sono caduti. Del resto, lancia i deputati giovani o crede di lanciarli. I disgraziati illusi le fanno la corte: è una donna importante. Nel suo salotto il thè è insipido, ma la maldicenza è saporita.»

«Ci andate voi?»

«Io no, non più. Sono forse un deputato giovane?.. Ah, ecco la moglie di Sua Eccellenza.»

Il saluto fu profondo, da ambedue. E la serena donna rispose, dolcemente, chinando la testa dietro il cristallo. Sangiorgio non disse nulla, con un lieve tremito in sè, aspettando e temendo il sarcasmo di Tullio Giustini.

«Bella donna, la moglie di Sua Eccellenza,» mormorò il deputato toscano: «troppo bella e troppo giovane, per lui. Gli è persino fedele, non si sa perchè. Le sue amiche la odiano cordialmente, ma è di moda l’ammirarla. È virtuo-