nicipio era rialzata al suo vero e grande valore, era un segno del tempo, niuno avrebbe osato mai violare la libertà delle coscienze, sino a voler proibire o punire queste manifestazioni. Egli parlò della tradizione storica dei Comuni, di tutto il lungo sforzo italico per giungere a questo stato di libertà, ancora incipiente, ma che presto avrebbe avuto un largo sviluppo. Un consigliere è un uomo, è un cittadino: egli pensa come crede e agisce come pensa. Le istituzioni non decadono per mano degli uomini, ma decadono per la loro naturale corruzione: non sono gli uomini che le uccidono, ma le nuove idee che le distruggono. Fatalmente esse si imputridiscono pel germe morboso che contengono: nulla le salverà mai, quando il corrompimento è così avanzato. In fondo Niccolò Ferro era scontento e contento del ministro: lo dichiarava apertamente. Scontento perchè lui, uomo di libertà, aveva voluto quasi mettere in ridicolo la coraggiosa e audace manifestazione di quel municipio che agiva a viso aperto: contento, perchè sapeva bene che la fede antica non vacilla mai nel cuore degli uomini integri, malgrado le allucinazioni tiranniche del potere — ed era sicuro che giammai un atto di