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La Conquista di Roma 337

rendeva la sua andatura una delle sue più grandi seduzioni: dietro lei, lo strascico di broccato bianco ondulava dolcemente, come a flutti: qualche filo d’argento, che passava nella trama del broccato, vi brillava.

Ogni tanto, come la nobile e lenta passeggiata, che era poi la quadriglia reale, lo consentiva, si vedeva il busto giovanile e snello di donn’Angelica e il corpetto di broccato bianco, pudicamente scollato, terminato da una nebulosa arricciatura di velo bianco: sulla nitidezza del collo bianco un monile di perle si confondeva col perlaceo della carnagione, e una grande croce di brillanti scendeva sul petto, luminosa.

Donn’Angelica, dai capelli castagni strettamente raccolti intorno al capo, era coronata di stelle: le lucenti stelle di brillanti le ingioiellavano tutta la scurezza della chioma bruna, quattro innanzi, quattro indietro, diffuse, senz’ordine, come realmente compaiono le stelle sulla nerezza notturna, sull’azzurro cupo e profondo del firmamento.

E l’occhio acuto dell’uomo che amava distinse bene, per sè solo, sulla scollatura di velo un fiocchettino di mughetti quasi indistinguibile,