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Pagina:Serao - La conquista di Roma.djvu/378

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374 La Conquista di Roma


«Eppure,» mormorò lui, «vi è accanto a voi un’amicizia schietta e tenace, una devozione a tutta prova: quello che voi volete, egli vuole; il suo desiderio di giovarvi, umilmente, segretamente, non conosce nessun limite...»

E si arrestò, perchè la voce gli tremava, perchè le parole lo affogavano, perchè questo suo amore, esorbitante, parea volesse traboccar tutto.

«Grazie, grazie,» ella disse con un lieve sorriso mesto, che le rischiarò la fisonomia, «io lo so...»

«Non potete, non potete sapere, non ve l’ho mai detto, non ve lo dirò mai, non so dirvelo: vi assicuro che è la devozione più grande... perchè respingerla? Come potete rinunziarvi?»

«Perchè essa rassomiglia troppo all’amore, amico.»

«Essa non vi parla d’amore...»

«Io lo indovino...»

«Non dovete intenderlo, non dovete indovinarlo; io non vi chiedo nulla, non voglio da voi che il permesso di dedicarvi questa devozione...»

«Oggi, così: domani l’amore esigerà l’amore...»

«Chi lo dice?»