del Vicario. A ogni sbocco era un continuo parlamentare fra gli ufficiali e coloro che volevano passare senza biglietto: ognuno di loro cercava un deputato: eccolo, lo vedeva sotto l’atrio del Parlamento, gli faceva dei cenni, ma che! Quello non si voltava! Dietro il cordone, da tutte le parti, la folla aspettatrice si assiepava, profonda, iridescente nella chiarezza mattinale; qua e là un abito rosso femminile, un abito bianco facevano macchia. Di qua dal cordone era un grande spazio libero, innanzi al portone, tutto cosparso di sabbia: ogni tanto qualche signore dal soprabito aperto, qualche signora in elegante abito di mattina, lo attraversavano, a piedi, lentamente per farsi meglio vedere, discorrendo fra loro, sentendo il piacere di sapersi invidiati dalla folla senza biglietto. Per un momento, vicino ai quattro scalini del portone, vi fu un gruppo di tre signore: una, vestita di nero, brillava tutta, al sole, di perline nere, una corazza lucidissima le imprigionava il busto: l’altra vestita di un bigio delicato, aveva un velo bianco sul viso: la terza era vestita di quell’azzurro ferrigno, allora in moda, elettrico, tutte tre si erano incontrate sulla soglia, si salutavano, si prodigavano le cortesie,