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204 la mano tagliata.


— Chi sa!

— Il dubitare è un peccato.

— La mia vita è stata tutto un tramite di dolori, mia madre, — disse suora Grazia, con accento desolato.

— Voi pensate troppo al mondo.

— Come non pensarvi?

— Dimenticate, dimenticate.

— Oh madre mia, se sapeste?

— Qualche cosa mi avete detto. Parlate ancora, se ne avete bisogno.

— Ho ancora visto in sogno mia madre, — mormorò suora Grazia, a bassa voce.

— Ella è morta, è vero?

— Non lo so.

— Non lo sapete?

— Mio padre, Mosè Cabib, volle sempre farmi credere che ella fosse morta; ma io non lo credo.

— Povera figliuola, — disse la badessa, facendo un atto fuggevole di carezza verso il volto solcato dal dolore di suora Grazia.

— Madre, io la vedo sempre, in sogno. È lei che mi ha spinto a farmi cristiana; è lei che mi ha fatto fuggire di casa mia; è lei che mi ha consigliato di chiudermi in un convento....

— Sempre in sogno?

— Sempre!

— Anima santa?

— Ritengo che sia cristiana anche lei, o mia madre.

— Come si chiamava?

— Sara. Ma deve aver cangiato nome.

— La credete viva?

— Fermamente, sì.

— E non l’avete cercata?

— Ho tentato. Come potevo, sola, povera, abbandonata, perseguitata?

— Perseguitata?