Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/375

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la mano tagliata. 369

di rassicurare quella poveretta, che era sempre sotto l’incubo del suo sogno. Ella mi guardava con gli occhi stralunati, come se non mi vedesse, ripetendomi delle parole di orrore contro Marcus Henner, ripetendomi che egli era lì, in casa o attorno alla casa, con un’insistenza quasi frenetica. Francamente, mi sentii sconvolto, i sogni sono sogni, ma l’animo sensibile di Maria raffinato nel dolore, ma la sua intuizione era più acuta da uno stato di veggenza nel sogno magnetico, dove tante volte Marcus Henner l’aveva immersa, il suo cuore profetico, tutto mi faceva dubitare che qualche cosa di vero vi potesse essere nella visione di Maria. Avrei voluto girare nella casa, per fare un’ispezione minuziosa, se vi fosse nascosto qualcuno, o se le porte fossero mal chiuse; avrei voluto fare un giro nel giardino, ma Maria mi teneva stretto abbracciato, e io non osava di muovermi, giacchè se mi fossi allontanato, ella sarebbe morta di terrore.

«Più tardi, tentai di fissare un poco il sogno di quella poveretta, ed ella confusamente mi narrò, che, a un tratto, aveva visto Marcus Henner ritto vicino al letto, con un ghigno orribile sulla bruttissima faccia, e che l’aveva minacciata di morte, quando ella s’era levata sul letto, gridando, aveva veduto Marcus Henner allontanarsi rapidamente, sotto al balcone, e sparire come un fantasma dietro ai cristalli. Maria raccontava questo con tale evidenza, che io non potetti fare a meno di rabbrividire dallo sgomento.

«Com’ella si fu un poco tranquillizzata, io mi levai istintivamente e andai verso il balcone, che la sua mano bianca mi aveva indicato come quello della sparizione di Marcus Henner. Questo balcone dava sul mare e, malgrado la profondità della notte, io potei veder bene, che sul mare non vi era traccia di nessuna barca, di nessun battello.