Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/415

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la mano tagliata. 409

niva a turbare i suoi amori, presunti amori, con Jean Straube. Finalmente, usando tutti i miei mezzi, indussi Mosè Cabib a scacciare di casa l’importuno rivale e ottenni una vittoria cruenta.

«Maria non perdonò a suo marito questo fatto, e per punire lui, e forse me, anzi sicuramente me, si chiuse in casa e non volle più uscire, per vari mesi. Io non la vidi più. Però, con le mie indagini, poichè avevo a mia disposizione tutta una polizia segreta, potei sapere che ella era in corrispondenza quotidiana col giovane tedesco. Mi fu dato, ogni tanto, d’intercettare qualche lettera. Ella scriveva a questo miserabile lettere piene di trasporto e che indicavano in lui il suo amante, da vari anni.

«Ho conservato queste lettere che formarono allora la mia più grande tortura e che ancora oggi, prima di morire, ho rilette per rivoltare nella piaga un coltello, che l’ha inacerbita e avvelenata. Da qualcuna di queste lettere mi risultò, allora, che segretamente Maria Cabib vedeva questo Jean Straube, ma solo più tardi, molto più tardi, seppi il come e il dove.

«Da quel momento, la morte di Jean Straube fu da me segretamente decisa. Non avevo mai ucciso, sino allora: non già che mi rattenessero la paura o il rimorso. Disprezzavo e disprezzo la vita umana: ma a qualunque mio comando io aveva visto piegare innanzi a me tutte le volontà e non avevo avuto bisogno di uccidere.

«Furente di gelosia contro quello sciocco studente tedesco la cui sola qualità era di essere giovane — era anche molto, molto bello, simile a un Lohengrin della leggenda — e di rappresentare per Maria Cabib il primo amore, giurai a me stesso che se diversamente non avessi potuto infrangere questo nodo di amore, avrei ucciso senz’altro il mio fortunato rivale. Dirò appresso come compii