Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/427

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la mano tagliata. 421

qualunque genere esso fosse; uno spasimo inenarrabile infine. Io inorridii a questa idea e partii da Varsavia il giorno dopo, recandomi a Parigi.

«Il viaggio, con quella donna catalettica, mi fu difficoltosissimo; io indussi mille sospetti, e corsi continuamente mille pericoli. Dovetti a forza di denari, di astuzie, di audacie, superarli. Quando fui a Parigi, tentai di nuovo la facoltà medica, la quale mi dichiarò Maria inguaribile, salvo che una fortissima emozione la destasse per sempre da quel sonno fatale. Di più, un medico ipnotizzatore come me completò i consigli del medico di Varsavia, dicendomi che per ridestare Maria bisognava esporla ad un’operazione chirurgica che le procurasse un dolore dei più tremendi! Credetemi, o voi che mi leggete e che mi siete nemici, che io esitai due mesi prima di commettere quella che a tutti sembrerà una nefandezza, ma che solo l’idea della morte di questa donna, che io adorava, mi condusse a commettere.

«Nella notte atroce che dedicai a questa opera terribile, io ho visto imbiancare gli ultimi capelli che rimanevano sul mio cranio deforme, e non ho mai provato nella mia vita uno schianto simile, come quando, in compagnia del primo chirurgo di Francia e del suo assistente, io vidi sotto i miei occhi recidere il braccio sinistro di Maria.

«Come son qui scrivendo, ero in quella notte, e sono vivo ancora; ma, al grido di belva, colpita mortalmente, che uscì dal petto della mia povera vittima, si unì un grido straziante, il mio.

«Io conosceva un segreto mirabile, per preparare i corpi e per lasciar loro un’apparenza geniale di vita; anzi questo segreto era stata una delle origini della mia fortuna come medico. Ero certo di poter conservare quella povera mano tagliata, ma quando ebbi dinanzi a me il moncherino sanguinante della bellissima donna, quando