Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/116

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a poco a poco, cessò di piovere e ella si avviò. Alla porta sonarono:

— È la lavandaia — disse Susanna.

— Ora ho da uscire — rispose Checchina.

— E che ci vuole, a legger la lista? Quella non se ne va e lo sapete, che io non so leggere.

Ma la cosa tirò in lungo. La lavandaia cominciò a lamentarsi del cattivo tempo che non le permetteva di far asciugare i panni, a scuotersi l’abito che era tutto bagnato. Checchina, ritta, presso la tavola da pranzo, sfogliava con le dita tremanti il quaderno delle liste, non trovando la giornata, mentre la lavandaia faceva dei gruppi separati, un gruppo le lenzuola, un altro le camicie, un al-