Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/150

Da Wikisource.
140 la virtù

tra lo sapeva, poichè ella aveva avuto la debolezza di pronunziare quel nome. Quando voltò in via Santi Apostoli, dette uno sguardo alla chiesa e, passando, urtò il cancello, era chiuso. Dinanzi al grande palazzo Odescalchi una carrozza stemmata stava ferma: era vuota, aspettava qualcuno. Poi, dall’altro marciapiede, Checchina vide l’arco e dopo l’arco, due botteghe, e poi la porticina, con uno scalino. Ma sulla soglia, sbarrando la metà dell’entrata, appoggiato al muro, vi era il portinaio, un uomo alto e grosso, dalla faccia volgare e irsuta di peli bigi, con un fazzoletto di lana rossa al collo e un berretto con la visiera, messo un po’ di traverso. Fumava la pipa, guar-