Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/40

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30 la virtù

viva nella stanza; ma anch’ella sorrideva, silenziosamente, annuendo col capo a quello che diceva. A proposito della torta, che era forse un po’ troppo cotta, abbrustolita nell’orliccio, egli disse qualcosa di molto delicato, sulla dolcezza della donna. Checchina non intese bene il senso delle parole, ma la voce la carezzò come una musica. Il marchese non prese il caffè, che forse era molto cattivo, ed ella gliene fu grata in cuor suo: i denari non le erano bastati per comprare la macchinetta. Invece Toto Primicerio volle che si sturasse una bottiglia di vieux cognac, che gli aveva regalato un suo cliente di Francia. Il marchese allora levò il bicchierino e fece