Pagina:Serao - La virtù di Checchina, Catania, Giannotta, 1884.djvu/56

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46 la virtù

ro bene spazzati, se il focolare di mattoni lucidi, a scacchetti bianchi e neri, fosse stato lavato. Si sarebbe buttata sul letto, vestita com’era, per dormire, se la coperta di cotonina rossa e gialla, imbottita di bambagia, non le avesse dato un senso di freddo. Si mise a marcare di rosso con le iniziali A. P. e col numero progressivo, certi strofinacci nuovi, a cui aveva già fatto l’orlo. Lavorò per mezz’ora, come in sogno, cercando di vincere la sonnolenza, applicandosi a contare i fili, mentre le palpebre le battevano.

Lo strofinaccio era caduto per terra, lasciando sul vestito nero la gugliata rossa, come un filo di sangue: a Checchina le mani giacevano in