e dieci minuti dopo il suo arrivo, entrava lui, nel palco, si sedeva in fondo, ella si tirava indietro, un poco. Vestiva di scuro, sempre; sapeva di piacergli così. Si può essere una semplice amica, ma si deve piacere all’amico. Parlavano con fredda tenerezza. Molto ella ascoltava: ma quando diceva qualche parola, era sempre sapiente, detta con la più squisita cautela sentimentale. Giammai un’allusione al proprio cuore, al proprio stato, nè diretta, nè indiretta: sempre la massima pietà per gli altri, la massima indulgenza per ogni peccato, come chi sa che è impossibile non peccare, quando si deve peccare. Egli si era mutato, però. Non poteva tenere il patto di non evocare il passato. Era la sua vita, il suo amore di dieci anni prima, e ricompariva sempre più spesso, fino a che divenne il solo soggetto dei suoi discorsi. Taceva da tanti anni e con tutti, che ora la verità di quella mortale passione sgorgava infrenabile. Ella ascoltava, stupefatta; ma non interrompeva mai. Veramente, egli aveva ragione: Clara non aveva mai capito quanto era stata amata: