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L'amante sciocca 249


esciva dal suo silenzio. Ella sorrideva, di nuovo: e un’altra prova era passata.

D’altronde, a questi profondi assorbimenti di Paolo ella doveva cercare di assuefarsi, poichè, in casa, lo coglievano spesso. Loquacissimo e beffardo, insieme, ma graziosamente beffardo, egli cadeva, ad un tratto, in una mestizia taciturna che scombussolava, subito, tutto l’umore sereno e dolce di Adele Cima. Sdraiato, con la sigaretta spenta fra le dita, immerso in quei molli cuscini che erano così cari alle sue ore di riposo e di malinconia, Paolo Spada aveva l’aspetto immobile e triste, l’aria disfatta e triste, gli occhi socchiusi lasciavano errare uno sguardo vago e triste. Subito, Adele gli chiedeva:

— Hai sonno?

— No.

— Sei stanco?

— Sì.

— Di che sei stanco? Non sei uscito.

— Sono stanco — mormorava lui, con quella sua voce lontana.

Ella faceva trascorrere un po’ di tempo in silenzio. Indi ritornava a lui:

     Serao. Le amanti. 32