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Sogno di una notte d'estate 319


cate, come me, della solitudine. Quando state sola, che fate?

— Penso....

— E non vi viene voglia di uccidervi?

— Neppur per sogno. I miei pensieri sono dolci.

— A che pensate?

Ella fu lì lì per rispondere, con sincerità: ma fortunatamente si rattenne.

— Che v’importa? — mormorò invece, con una certa malinconia.

— Ma insomma, se deviate sempre il discorso, non lo finirò mai. E vi assicuro che è grazioso, che vale la pena di udirlo. Dunque, che voi vi possiate seccare o no nella solitudine, questo non preme, ma nella solitudine mi secco io, e voi siete allegra, voi cantate, voi suonate l’arpa, voi ridete così bene. Uniamoci insieme, fraternamente, così io non mi seccherò più, e voi, credo, vi divertirete meglio. È deciso, eh? Come fratello e sorella, naturalmente. Un giorno o l’altro, poi, vi mariterei a un amico che amassi molto. È deciso?

Ella rideva, rideva, sommessamente,