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Sogno di una notte d'estate 335


presso l’altro, e quando si trovarono sulla via di Posillipo stettero, esitanti.

— È forse tardi per voi? Volete rientrare?

— Non so.... Voi rientrate?

— Vi accompagnerei, sì, ma senza rientrare. Non dormirò, io, stanotte.... — e voltò la faccia in là.

— Allora.... allora rimarrò ancora un poco — disse fievolmente lei.

— Grazie, siete buona — e le strinse la mano.

Così, camminarono, senza darsi braccio, verso Posillipo, sul piccolo marciapiede rasentato dai trams che vanno e vengono: imbattendosi in gente che tornava a piedi, in piccole comitive schiamazzanti, in coppie solitarie appoggiate al parapetto, guardanti il mare. Massimo e Luisa, avanzando lentamente, non parlavano, divisi sempre da coloro che transitavano. Le ville a mezza costa, e quelle giù, al mare, avevano innanzi ai portoni delle carrozze che aspettavano: i balconi lasciavano udire la musica che vi si faceva, il sottile e immemore concerto delle