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340 Sogno di una notte d'estate

I.

— Povera Luisa — mormorò soltanto lui, carezzandole la manina inguantata che si appoggiava fidente al suo braccio.

— Non mi compatite — ella rispose, crollando il capo, sorridendo a una idea — io sono più felice di voi,

— Forse — disse lui, con voce breve.

Adesso, dopo avere oltrepassato il ponte di Posillipo, quel largo poggiuolo che da una parte si affaccia alla collina folta di vigneti, e dall’altra sopra, una valle che discende al mare, mollemente, lasciato il lastricato del ponte che suonava sotto i loro passi, nella notte, erano entrati in un sentiero oscuro, fra una siepe alta di more spinose, e una muraglia alta, tappezzata di edera, che serra le due ville ultime sul mare di Posillipo, la villa Postiglione e la villa Sans souci. Era sparita la luna dietro la muraglia, e sullo stretto