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La grande fiamma 35


cercando di dominare la propria emozione, intensa, soffocante.

— Credevi che non venissi più? — chiese lei, con uno sguardo scrutatore, fermandosi un minuto.

— Sì, l’ho creduto — soggiunse lui, chinando gli occhi, confessando con quelle parole tutte le angoscie della sua serata e della sua nottata.

— Mi perdoni? — domandò lei, umilmente, dolorosamente, sentendo bene che fra loro era già sorto e consumato il primo dolore.

— Non dir così: tu ti puoi dare e ti puoi ritogliere — disse fermamente lui, guardando altrove, per non far vedere che sforzo questa fermezza gli costava.

Essa non rispose. Poteva dirgli che il proprio ritardo non era stata una crudele esitazione, l’idea novamente feroce di spezzare quell’amore: poteva semplicemente dirgli che era stata la perdita di cinque minuti, per annodare il velo del cappello, o per prendere il taccuino dimenticato e che quindi ella aveva perduto il treno. Le parve, questa ingenua nar-