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122 Donnalbina,


— Ve la chieggo. Tardaste troppo.

— Donna Romita si strugge d’amore, o mia sorella.

— D’amore, diceste? — gridò Regina balzando sul seggiolone.

— D’amore.

— E che? Debbo io udire da voi queste parole? Chi vi parlò prima d’amore? Chi vi ha insegnato la triste scienza? Di chi io debbo crucciarmi, di Donna Romita che me lo cela, o di voi, Donnalbina, che lo indovinate e me lo narrate? Come furon turbati il cuore dell’una, la mente dell’altra? Sono stata io così poco provvida, così incapace da lasciare indifesa la vostra giovinezza.

— L’amore è nella nostra vita — rispose con dolce fermezza Donnalbina.

Regina tacque un momento. Aveva corrugate le sopracciglia, quasi a ristringere ed a condensare il suo pensiero.

— Il nome dell’uomo? — chiese poi duramente.

Donnalbina tremò e non rispose.