Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/208

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onde, il cui fragore rassomiglia al metro di una poesia monotona ed uniforme; al polo, forse, negli albori nevosi, nelle atmosfere frigide, dove il sole non riscalda e non illumina; nella nera ed orrenda Africa, forse, fra le liane rosse e gigantesche e fra i serpenti azzurri dagli occhi ammaliatori. Egli amava lontano in un punto indefinito, in un paese sconosciuto, con un amore sconfinato ed ignoto, una creatura misteriosa che egli aveva creata. Non la chiamava, non la voleva, non la desiderava: l’anima sua nulla sapeva di volontà e di desiderî. Amava. Il suo palazzo rimaneva vuoto, la madre si desolava nella solitudine, i servi dormivano nelle anticamere, i nobili cavalli scalpitavano invano nelle vaste scuderie. Egli non si ricordava più di tutto questo. Trascinava la sua vita vagando nelle viottole di campagna, vagando nei viali del bosco, dove ritrovava la pace; trascinava la lenta vita consumandosi nell’amore. Il corpo s’illanguidiva, le gote scarne avevano il co-