Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/221

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Tu, buona e baldanzosa fanciulla, giunta al termine delle mie fantastiche storie, sorridi. Ed io, poveretto autore, condannato a leggere nel volto del suo lettore presente o ad indovinare l’animo del lettore assente, cerco di spiegare che significhi il lampo del tuo occhio nero e l’arco ironico del tuo labbro rosso come il fiore del granato. E quasi, o mia bella ed impenetrabile sfinge, dal viso puro e colorito come il granito di quelle statue, quasi comprendo il senso del tuo riso muto ed intelligente. Le fantastiche, istorie dove tanta parte della vita napoletana si riflette, non t’hanno spaventata; e se il tuo spirito è corso


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