Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/38

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34 LEGGENDE NAPOLETANE

gica, fece sorgere un orto di erbe salutari per le ferite ed ottime come condimento alle vivande; fu Virgilio che insegnò ai giovani i giuochi delle melarance e delle piastrelle che s’ignoravano; fu Virgilio che di notte incantò le acque sorgive della riva Platamonia e della riva di Pozzuoli, dando loro singolare potenza per guarire ogni specie di malattia; fu Virgilio che applicando certi suoi rimedii e proferendo gli scongiuri, sanò molti e molti ammalati; fu Virgilio che volendo salvare la campagna del suo discepolo Albino, svelò il mistero dell’antro cumano dove i sacerdoti ingannavano il popolo coi responsi falsi, prodotti da una naturale combinazione di suoni. La cronaca soggiunge che Virgilio Mago fu amato, rispettato, idolatrato quasi come un Dio, poichè giammai rivolse la sua magia a scopo cattivo, sibbene sempre a vantaggio della città e dell’uomo. La cronaca non dice quando e dove morisse Virgilio: molti allora credettero alla sua immoralità; qualcuno alla sua morte su quel colle presso