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storia di due anime 9


giovini, di vecchi, di uomini imberbi, di uomini con lunghe barbe, con atti diversi, con espressioni diverse, di pensiero, di fierezza, di sdegno, di estasi: mescolati, fra tutto questo, tanti calchi di volti infantili, teste ricciolute, visetti ridenti, visetti sorridenti, visetti di bambini Gesù o di angioletti, con le ali piccole attaccate sotto al collo pienotto, ali aperte e levate, come un'aureola.

Su cavalletti di legno grezzo, su colonne, su trampoli da scultore, i santi popolavano, intorno intorno, in mezzo, la bottega, lasciando solo lo spazio ad una larga tavola coverta di vasi e vasetti, di bottiglie e bottigliette, piene di colori da dipingere, di pasta da formare; e mucchietti secchi o umidi di creta, di biacca, di stucco, sporcavano la tavola, e pennelli grossi e sottili vi si confondevano con ogni strumento di legno, di ferro, per formare, per plasmare, per dipingere, per lucidare. I santi popolavano la bottega, tanto numerosi, che, appena appena, lo scultore pittore poteva girare fra i cavalletti e le colonne, e fare il suo duplice lavoro: e ve ne erano di tutte le dimensioni, da una piccola Madonna della Salette, alta quanto una bambolina, che si nascondeva, quasi, in un cantoncello, a un grande san Michele Arcangelo, posto nel centro della bottega, grande due terzi del naturale, poggiato sovra un largo piedistallo, coi piedi vittoriosi sul corpo e sul capo di un grosso dragone, vinto dal guerriero di Dio e che era lì lì per essere trapassato dalla fulminea, luminosa spada; mentre, in fondo alla bottega, sovra un piedistallo anche più