Pagina:Serao - Storia di due anime, Roma, Nuova antologia, 1904.djvu/89

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storia di due anime 87


quella piccola mano fra le sue, e con voce palpitante di una invincibile emozione umana, le chiese:

— Ah, Gelsomina, Gelsomina, perchè hai fatto questo?

In verità, la poveretta vacillò nella persona, come se svenisse: mentre le sue labbra sbiancate tremavano, senza poter profferir parola, due grosse lagrime le discesero lungo le guance, rigandone la veloutine. La mano si dibatteva convulsamente, fra quelle fraterne di Domenico; ed egli, ancora, con tutto il dolore che dà l’Irreparabile, l’innocenza perduta, la via smarrita, il cammino nella vergogna, le ripetette:

— Gelsomina, Gelsomina, perchè hai fatto questo?

E, disperata, soffocando i suoi singhiozzi, ella volle trovar qualche cosa cui aggrapparsi, qualche cosa cui non credeva ella stessa, una scusa fallace, una speranza fallace, per non perire di dolore e di onta, in quel momento.

— Forse mi sposa... forse... lo ha detto... se sono buona...se voglio bene solo a lui... forse, più tardi... quando sua mammà è morta... lo ha detto...

— È un signore... — disse tristemente, Domenico.

— È vero... è vero... perciò non volevo credergli... ma non è cattivo, Domenico... non è cattivo... si sono viste tante cose simili... forse mi sposa...