con quella larga lettera fra le mani. Un tremito mortale
scuoteva le fibre della monaca; mentalmente, ella si raccomandava a Dio,
perchè vincesse la sua confusione e il suo dolore. La ragazza aveva
taciuto, era partita: un altro minuto ancora e la vecchia suora avrebbe
pianto di umiliazione, di pudore offeso, di vergogna, innanzi a sua
nipote. Così, non potette aprire subito quella lettera, tenendola nelle
mani, distrattamente, quasi non vedendola, quasi essendosene
dimenticata: si andò a gittare sulla sedia, nel vano del secondo
balcone, quello che dava sul Vico Primo Consiglio, dirimpetto alla casa
muta e cieca. Teneva curva la testa, curve le spalle: si sentiva piegata
sotto un peso atroce, che lentamente la schiacciava. Restò così, qualche
tempo. Poi, si rammentò la lettera. Guardò il francobollo timbrato;
veniva da Roma; portava questo indiriz-