Pagina:Serao - Suor Giovanna della Croce.djvu/78

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ironia. Era il prefetto Gaspare Andriani, un prefetto, dicevano, a pugno di ferro e a mano di velluto. Accanto a lui era un giovine, pallido, bruno, dai bruni mustacchi arcuati, dall’aspetto freddissimo, anche egli assolutamente elegante: un giovine consigliere di prefettura, il cavalier Quistelli. E ancora, più indietro, un altro signore, dalla fisonomia comune, dall’aria servile ed annoiata, vestito decentemente, col tradizionale paio di guanti neri che indica il funzionario di Questura. Tutti tre si avanzarono verso la badessa, con una certa cautela; e fu con una voce melliflua e curvando ipocritamente la testa sovra una spalla, che il prefetto disse:

— Sono dolente di dover compiere una missione ingrata, illustre signora. Io vengo a prendere possesso, in nome del Re, del monastero di suor Orsola Benincasa e di tutti i suoi beni mobili ed immobili.