uno ad uno, i quattordici veli furono
sollevati, gittati indietro. Quattordici volti comparvero. Eran volti di
vecchie; di vecchie monache, in tutte le apparenze della vecchiaia,
giunta nella solitudine, nell’astinenza e nella preghiera. Alcune
scarne, con la pelle che le ossa parevan bucare; alcune grassocce e
flosce; alcune emaciate; altre tutte rugose e pur tonde, come un frutto
conservato lunghi anni; altre coi segni della decrepitezza, i nasi
adunchi prolungati sulla bocca, le gengive senza denti, i menti
rialzati. Tacevano: qualche fremito correva sulla loro pelle, non
avvezza all’aria libera: le palpebre, ferite dalla luce, battevano. Ma
su tutti i volti si distendeva un pallor grande di dolore, una
espressione di rassegnazione incomparabile. Il prefetto e il consigliere
di prefettura apparivano un po’ seccati e, certo, delusi.