L’ultima rampa, quella che mena direttamente alla grande porta del
convento, è sempre deserta: ha l’aria claustrale, triste, fredda. Sulla
porta piccola delle Trentatre, dove entrano a deporre i cibi, nelle mani
delle converse fuori clausura, i pochi fornitori, è una croce nera, di
ferro: di dietro le mura, più basse, di questo lato, non colpito dalla
clausura, si vedono gli alberi di un orto. Di fronte, il gran portone
sbarrato non ha nessun segno religioso. Da quel portone sono entrate,
per l’ultima volta, le monache, ad una ad una, senza più uscirne; quel
portone, in trenta o quarant’anni, non si è aperto se non due o tre
volte innanzi al cardinale e due volte innanzi al confessore delle
monache, don Ferdinando de Angelis. Chiunque è salito, lassù, per
curiosità, per distrazione, per bussare al piccolo portone delle
Trentatre, ha sem-