Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/173

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i capelli di sansone. 163


— Queste femmine crudeli non sanno nulla della vita: la marchesa non avrà capito niente. —

La Sala Dante era piena di gente. Beniamino Cesi era un artista molto amato nella società romana: in tutta la lunghezza della sala vi erano cinque file profonde di signore, nell’aria tepida primaverile alitava quel delicato soffio femminile, odore di stoffe, odore di capigliature, odore di pelle macerata nei profumi. Con le nari dilatate e frementi, Riccardo Joanna respirò quell’alito, un’espressione di benessere gli si dipinse sul volto. Tenendo il cappello in mano, lasciando vedere la ricciuta testa dalla bianchissima fronte, cercando vagamente con gli occhi una persona ancora introvabile, Riccardo Joanna si avanzava, senza far rumore, strisciando fra le sedie, con la cautela del gentiluomo che non vuol disturbare, con l’aria della persona illustre ma modesta che non vuole attirare l’attenzione. Qualche testa femminile si volse a guardare due volte il bel giovane dal viso pensoso e languente, qualche voce sussurrò: Joanna. Piccolo mormorio dilettoso che si levava sempre sul passaggio di Riccardo, e che il suo orecchio fino coglieva a volo, suffragio carezzevole dell’ammirazione, che gli produceva sempre un trasalimento di vanità. Sul lato sinistro della sala, accanto a due signore,