Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/86

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76 la grande giornata.

affetto e si allontanò, ritenendo in cuor suo che il figliuolo del suo amico fosse uno stupido completo. Quella sera, alla trattoria, Riccardo fu nervoso. I suoi colleghi gli sembrarono lievemente imbecilli, con la loro eterna lagnanza sulle ore di ufficio, sulla composizione dell’organico: e per non udirli più, comprò un giornale. Un memore, acre odore gli salì al cervello e insieme uno sbuffo della vita infantile, uno sbuffo di poesia malinconica gli attraversò la memoria. Per un momento egli rivide tutto, in una visione confusa, e viva, e dolce, saloni di trattorie piene di ori e di velluti, macchine tipografiche in movimento, dietroscena di palcoscenici pieni di ombre amiche, monti di giornali che uscivano dalle mani delle piegatrici. Un minuto: poi, tutto disparve. Si portò il giornale a casa, e disteso nel letto, lo lesse religiosamente, da cima a fondo: e brani di frasi gli ritornavano in mente, intieri periodi, la lingua della sua infanzia e della sua adolescenza gli ritornava, gli ritornava, come in sogno. Siamo autorizzati a dichiarare.... sì, sì, era proprio così.... che la notizia era assolutamente infondata. E il capocronaca descrittivo: Sin dalle prime ore della mattina.... come continuava? Continuava così: le vie della città offrivano un insolito aspetto di animazione! Sì, era questo. Il