Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/122

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112 la grande giornata.

carezzato dalle attrici. Giammai al Baiardo aveva avuto un biglietto di teatro: e intanto tutti credevano che egli ne fosse pieno e gliene chiedevano talvolta; e quando, in una sera di prima rappresentazione, lo vedevano comparire al caffè, si meravigliavano:

“Non sei al Valle? Non vai all’Apollo?”

“Il teatro mi secca,” faceva lui, alzando le spalle.

Non era vero. Quand’anche fosse stato cattivo lo spettacolo del palcoscenico, frivola la commedia, noiosa e risaputa la musica, la sua immaginazione di venti anni trasaliva all’idea di veder tante donne riunite in una sola sala, vestite elegantemente, sorridenti o melanconiche, adorne di fiori e di gioielli. Dopo due anni di esistenza selvaggia, fuggendo le passeggiate e i ritrovi, egli aveva ceduto alla natural simpatia che lo faceva fantasticare dietro ogni profilo femminile che incontrava per la via. Timido e superbo con gli uomini, temendo sempre qualche cosa di offensivo pel suo orgoglio, egli sentiva che le donne sono più buone, più indulgenti, più carezzevolmente affettuose, più nobilmente pietose: sentiva che il suo bisogno di tenerezza, di dolcezza, di amore mite e gentile soltanto in loro si sarebbe potuto appagare. Egli non invocava, come può farlo un carattere forte