Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/128

Da Wikisource.
118 la grande giornata.

latino, pensava una freddura sul cognome del baritono e un aggettivo nuovo per la prima donna. Tutto raccolto in sè, passando sul Ponte Sisto, non si accorse di qualche carrozza che tornava indietro e dei pedoni che venivano incontro a lui. Presso il teatro soltanto vide il cartellone attraversato da una striscia rossa: Per cause involontarie e imprevedute, questa sera: RIPOSO. — L’Impresa. Ripassando sul ponte, egli si domandò se non era meglio, dinnanzi a una avversità così costante, se non era meglio fare un tonfo nelle acque fredde del fiume e lasciarsi trascinare dalla corrente a mare. Ma non era esso l’uomo delle pronte decisioni, ed ebbe orrore di una morte volgare, il corpo gonfio di acqua, la faccia gialla, la bocca piena di rena. L’indomani, malgrado tutto, egli volle fare la nota di cronaca; ma non sapeva che cosa dire: inesperto giornalista, non aveva neppure chiesto allo spaccio dei biglietti la ragione del riposo. Dopo molti stenti, dopo molte carte lacerate, egli arrivò a copiare, testualmente, l’avviso dell’impresa. Lo portò al Baiardo, in anticamera lo consegnò al piccolo perchè lo desse a comporre. Come se si trattasse di un articolo, egli trepidò, nel pomeriggio, aprendo le bozze: la nota non vi era, il redattore capo, trovandola inutile, l’aveva tolta via. Questo fu l’ultimo colpo.