Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/226

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216 il quarto d’ora di rabelais.

cena inaugurale, rispondendo a Giulio Frati che beveva ai funerali del giornale, disse, freddo in faccia, col bicchiere alla mano, con la voce tranquilla:

“Non scherzate col becchino, amici cari; voi sapete bene che L’Uomo che ride sarà il mio sudario.”

Di nuovo i vetri dell’uscio tremarono con fracasso, qualcuno entrò, il gerente venne con un dispaccio che tese a Riccardo; poi cominciò a rassettargli davanti le carte sul tavolino. Joanna aprì la busta del telegramma, ma distrattamente; veniva da Bologna; diceva: Spedito cinque cartelle; segue resto; mandami per telegrafo 50 lire. — Brancacci. Joanna guardò stralunatamente quel pezzo di carta gialla, poi alzò gli occhi, e vide il gerente che puliva con uno strofinaccio i due o tre calamai sparsi sul tavolino.

“L’amministratore non s’è visto per niente oggi?”

“No, signor direttore,” rispose quell’onesto avanzo dei Mille, lunghissimo, che aveva la faccia d’un palafreniere inglese.

“E chi c’è stato in Amministrazione?”

“È venuto un momento Antonio, che voleva parlare con lei; ma il signor Frati l’ha rimandato.”