Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/238

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228 il quarto d’ora di rabelais.

lionario, che lo aveva visto e gli aveva fatto cenno con la mano.

Il buon vecchio di Basilicata, senatore del Regno, vice—presidente e consigliere d’una dozzina di banche, di compagnie di assicurazione, di società anonime, il buon vecchietto placido, dalla barba bianca, che pareva felice di sè e della vita ad onta della sua grande tragedia coniugale, mangiava dolcemente, ma con le gengive spoglie di denti, e ascoltava con tranquilla attenzione le cose crudeli che Joanna gli veniva dicendo a voce bassa e con faccia serena.

Proprio lì accanto la tavolata allegra romoreggiava, e poco oltre un vecchio dottore tedesco distribuiva il pasto alla sua numerosa famiglia. Joanna, freddo di fuori ma bruciante dentro come se tutti gli spiriti della sua vita si fossero accesi per dar l’ultima fiammata, stava piegato sul fianco destro, e stringeva fra due dita convulsamente una cocca della tovaglia, parlando con calma e lucidezza grandissima.

“L’ultima mia speranza è riposta in lei: se lei mi abbandona, io mi debbo ammazzare questa notte.”

“Non dica questo,” disse il senatore, “non son cose che si dicono, perchè poi o si fanno,