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darebbe troppo fastidio, compreremo dei fiori sciolti.”
Ma i fiori sciolti, in quella calda stagione che bruciava tutti i fiori, costavano molto. Per due gardenie, per quattro o cinque rose bianche, per dei bastoncelli carichi di fiammanti gerani, con un po’ di cetronella e qualche ramoscello di vainiglia già quasi appassito, il fioraio voleva sei lire. Paolo Joanna discusse lungamente sul prezzo col fioraio: voleva lasciare i fiori e andarsene: ma Riccardo li aveva già presi e li teneva stretti; si dovette venire a patti; il fioraio strillando li lasciò per quattro lire. Riccardo si avviò in trionfo verso il teatro Sannazaro:
“L’Amalia sarà contenta: i fiori sono molto belli,” disse quasi a sè stesso, a modo di consolazione, Paolo.
Innanzi alla porta del teatro, dei giovanotti stazionavano. Uno di essi si mise a parlare con Joanna, mentre Riccardo aspettava, sulla soglia, impaziente.
“Vi è molta gente?”
“Pieno zeppo: l’Amalia fa una bellissima serata. Io non avevo biglietto, sono stato in piedi, ma ora ne ho abbastanza.”
“Vieni dunque,” diceva Riccardo.
“Ci avete i biglietti, voi, Joanna?”