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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/166

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166 g. sercambi

doli <altro> servidor li trovasse. Ghirardo, che avea auto quello volea, disse: «Io ne troverò alcuno orevile che vi piacerà».

E parlato con uno suo compagno giovano degli Agliata, il quale gran tempo era stato fuora di Pisa <tanto che persona non lo> cognoscerè’, pensò la sua imbasciata fare per mezzo di quell’Agliata. E disseli: «Io amo una e fine a qui non ho potuto mai a lei parlare; e ora sentendo io che a queste nozze è invitata e noi siamo servidori, ti prego che mi vogli servire». Lo giovano Agliata disse: «Dì e comanda, et io farò quello vorrai». Ghirardo disse: «Noi anderemo per la donna et io dirò che tu se’ mutoro e sordo, e sta cheto dimostrando esser come dico». Lo giovano Agliata disse che <’n> tutto lo servirà.

Venuto il giorno delle nozze, Ghirardo col compagno per tempo sono a casa dello sposo per andare per le donne che alla festa esser doveano. Lo sposo mostrò la strina, Gherardo disse: «Elli è bene che madonna Felice vostra parente sia quìe per ricevere l’altre donne». Lo sposo disse: «Tu di’ il vero; andate per lei». Ghirardo, che altro non bramava, col giovano Agliata se n’andò a casa di madonna Felice e picchiò l’uscio. La donna aconcia in via scese, e Ghirardo col compagno, messala in mezzo, l’acompagnaro.

E perch’era molto lungi dallo sposo, Ghirardo stimò la sua imbasciata fornire. E voltosi a Felice disse: «O madonna, che peccato è che questo giovano che insieme con meco v’acompagna, è mutolo e non parla né ode!» La donna, che mai veduto non l’avea né il giovano lei, rivoltatasi inverso quel giovano, il giovano Agliata dimostrandosi non udire né parlare, la donna diè fede che non dovesse udire.

E come alquanto funno andati, Ghirardo disse: «Madonna Felice, ora che qui non è altri che noi, io non posso tenere il grande amore che verso di voi porto et ho portato, che quando io vi veggo mi pare vedere un angelo di paradiso. E perché qui non è altri che noi du’, vi dico che per voi moro fine a tanto che di voi non ho quello dolce amore che buono amore desidera». La giovana, che ode quello che alcuna volta le donne desiderano udire, per onestà disse: «Come vuoi che al mio marito faccia vergogna?»