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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/240

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LIIII


Piaciuto la novella de’ re Sparaleone al preposto, essendo giunti a Spoleti quine u’ trovarono bene aparecchiato e li stormenti presti a sonare, e’ danzatori, perché più giorni danzato non aveano, con dolci suoni una danza, prima che a cena si mettessero, cominciorono, con alcuna canzonetta piacevole, dicendo:

«Canzon, s’io mi fo mal, di ch’io mel pianga,
che ’l bene è mio riposo e ’l certo veggio,
e poi più di mia vita eleggio il peggio».

Dapoi, fatto il preposto cenno della cena, si puosero a cena e con piacere di suoni e di stormenti <stenno> tanto che l’ora del dormire giunse. Il preposto rivoltosi a l’altore disse che verso Iesi volea andare e per lo dì seguente ordinasse bella novella, volendo di tal camino far ii giornate con ii belle novelle. L’autore che tutto <ha> inteso, diè ordine la notte di dormire. E la mattina levati, alla brigata l’altore parlò dicendo:


DE PLACIBILI LOQUELA

Di messer Piero <da> Rabatta catelano, corsale
crudelissimo.


F>u un messer Piero <da> Rabatta, catelano e corsale, omo crudelissimo e grande rubbatore e micidiale in mare; avendo suo navilio bene aconcio et armato di ciò che bisognava, fornito