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Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/274

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274 g. sercambi

colpa fatto morire — e neuno era ardito a contradire a sua volontà — , parendoli esser da tanto che lo reamo per sua vertù li fusse venuto innelle mani. E per tal modo vivea.

Divenne uno giorno che ’l ditto re Astulfo essendo innella chiesa udendo vespro, udìo cantare la Magnificat; e quando fue a quel verso che dice: Deposuit potentes de sede et exaltavit humiles, dimandò uno dettore la disposizione del salmo. Fulli per lo ditto narrato che Dio diponea delle signorie li potenti e superbi, e li umili mettea in alto. Di che udendo lo re Astulfo tal disposizione, comandò sotto pena della vita che più tal salmo non si cantasse; e cosí per tutto il suo reame fe’ fare tal comandamento.

Li preti e’ frati avendo riceuto tal comandamento, la ditta Magnificat dir non usavano che altri udire la potesse, ma da loro con piana voce tal Magnificat diceano. E più, avea fatto lo ditto re Astulfo che qualunche udisse dir cosa che dovesse tornare danno o vergogna di lui, che fusse potuto battere senza pena. E più altre cose di crudeltà avea ordinato.

Idio, che al mal pensieri puone rimedio, e per non volere che quel dolce salmo fatto dalla Vergine Maria innelle parti del ditto re fusse nascoso, ma che palesemente et alto con reverenzia si cantasse conchiudendo tutte le parti insieme, dispuose la Divina Bontà a mandare uno angelo per riparare alla malvagità del ditto re come in questa novella chiaramente udirete.

Essendo già il mese di magio venuto, deliberò re Astulfo andare a’ bagni, perché da’ maestri li erano stati lodati (perché di nuovo avea preso una giovana bella per moglie, lodandoli il bagno esser atto a far generare). Lo re aparecchiato d’andare, le some conce, molti malascalzoni e guattari si mossero, a’ bagni andarono. Lo re con gran cavallaria e genti d’arme da piè e da cavallo si mosse et a’ bagni cavalcò. E quine diè ordine chi dovea stare armato a cavallo e chi alla guardia da piè e quelli che a l’uscio del bagno star doveano, avendo ciascuno comandamento star presto e, quando intrasse innel bagno, che persona del mondo non vi si lassasse dentro intrare sotto pena della testa, fusse chi si volesse. E molte altre cose al suo salvamento ordinò. E per questo modo dimorò più di xv dì che sempre, quando lo re innel bagno entrava,