Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/303

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LXVIII


U>dito il preposto la bella novelletta del cattivo prete, un’altra ne comandò a l’altore che ne dicesse. E dapoi sedendo a cenare l’altore parlò dicendo:


<DE> DESMEMORAGINE PRELATI

Di Paulo Sermarchesi, servendo alla messa con lo prete
di San Giusto.


V>oi avete udito quello che quel Paulo mentegatto fe’ a prete Bernardo; ora dirò che, essendosi di quella chiesa il ditto prete partito, cioè di San Giusto, <venne> uno prete pisano nomato Biagio, il quale d’avarizia avanzava il ditto prete Bernardo e teneasi da tanto che tutta la chiericia di corte di Roma secondo il suo parere non erano da tanto quanto lui si tenea, andando col capo alto; e più, <innel> canto avanzava il canto delli ermini. Dimorando il ditto prete Biagio in Lucca, e talora officiava innella ditta chiesa, e non avendo chierico, richiedea Paulo Sermarchesi che a lui aitasse la messa dire, avendolo amonito che lui non trattasse come avea fatto prete Bernardo. Paulo soprascritto dice ch’è bene.

E stando per tal maniera, un giorno solenne di festa venendo a dire la messa, disse a Paulo che faccia et aparecchi lo vino dilicatament’e ogni cosa. Paulo mentegatto ode dire che dilicato faccia, pensò infra sé di sapere che cosa era dilicata: e ricordatosi dell’olio, andò alla stagnatella in che l’acqua si mettea e quella impìo d’olio et a l’altare l’aregò.