Pagina:Sercambi, Giovanni – Novelle, Vol. I, 1972 – BEIC 1924037.djvu/354

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354 g. sercambi

prima che l’ora del desnare fusse. E confortatosi alquanto, Fiorita di nuovo cominciò a dire: «A me non pare che la sposa abbia il culo di quattro pezzi più di noi perché sia da Lucca, né anco questi lucchesi che con lei sono venuti non sono però più savi che’ nostri: anco mi paiano cotali batanculi, che vedete quanti ne sono venuti dirieto a una che vasterè’ se fusseno ismemorati; che io che sono pesciatina non vorrei che neuno di costoro m’acompagnasse, tanto mi paiano disutili». Le compagne diceano: «Fiorita, tu parli male! Or che puoi tu comprendere de’ loro fatti, come dici?» Fiorita: «Or non li cognosco, che mi paiano matti e non parlano?» Coloro diceno: «A questo puoi comprendere che sono savi, che non vogliano dimostrare male animo di tanta villania quanto hai ditta loro». Fiorita dice: «Anco non ne sono andata, che parrà loro peggio se io ne farò».

Li lucchesi, che tutto odeno, parendo loro ricevere poco onore, dicendo fra loro: «Costei non è matta, ma noi pensiamo — tanto arditamente parla della sposa e di noi — che veramente lei dé esser stata amaestrata di dirci questa villania». Federigo, che tutto ha udito di loro e della sposa (ch’era suo parente), disse a’ compagni: «Lassate fare a me, che io la pagherò di quella moneta che cerca pagare noi». E subito se n’andò a l’orto de’ frati, e come maestro che cognoscea li erbi prese una cipolla squilla, quella ne portò seco e da uno speziale ebbe fior di pietra; et acattato uno moriamolo e’ pestò molto sottile il fior di pietra. E cavato il succhio della cipolla, mescolato ogni cosa insieme, se n’andò a casa dello sposo là u’ trovò la sposa sua parente coll’altre donne in sala, e Fiorita li dava sempre alcuni motti.

E come Federigo fu venuto, Fiorita disse: «O sposa, è questo di quelli saccenti asettaculo che sono venuti da Lucca in tua compagnia?» La sposa cheta. Le donne, che non l’aveano potuta rivolgere che male non dicesse, dissero a Federigo che non l’avesse a male: «Però che la sua usanza è tale che a ogni persona dice villania». Federigo dice: «Madonne, io me la cognovi a l’altra volta che io ci fui, e dìcovi che ogni volta ch’ella mi vede, doppo desnare ella ha sì grande la rabia, che non si fa se non isfregolare il culo e grattarselo; e questo adiviene ogni volta che m’ha veduto.